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LE INTERVISTE DI IRMINSUL

 

Intervista ad Hephestus.

 

Nell'antica Tradizione indoeuropea la figura del fabbro è sempre stata estremamente importante e per averne la prova, al di là dei riferimenti mitici e leggendari, è sufficiente visitare qualsiasi museo archeologico dove siano presenti reperti del mondo antico: tutti oggetti prodotti da artigiani abilissimi, i quali sapevano abbinare la massima funzionalità di ogni manufatto ad una bellezza estetica che si esprimeva nella raffinatezza delle forme e delle decorazioni. In questa occasione ci concentreremo sulla metallurgia e sul lavoro di un nostro artigiano nonché Maestro d’armi: Vincenzo (a molti noto come Hephestus) dal quale cercheremo di carpire i segreti di opere - visibili sul nostro portale – e motivazioni che lo hanno spinto ad intraprendere la cosiddetta “Via del Ferro”. Vincenzo ci narra la sua prima esperienza di bambino, all’età di circa sette anni, presso il negozio di un fabbro del suo paese natale, e - in fase successiva - le prime esperienze effettuate durante un corso per neofiti sulla la lavorazione del ferro battuto iniziato in gruppo e terminato da solo, come unico appassionato. Questo amore per l’Arte convinse il Maestro che teneva il corso ad accoglierlo nella propria bottega come apprendista-garzone. Da qui l’inizio dell’attività lavorativa di Vincenzo che ha fatto della sua passione un mestiere. Una vita quindi, toccata dalla passione per il metallo sacro a Marte, in cui Hephestus riesce a coniugare le capacità di fabbro in senso stretto alla ricerca archeologica - iniziata anche grazie alla moglie restauratrice che lo ha accompagnato in questo percorso - finalizzata alla sperimentazione di tecniche antiche e quindi alla riproduzione sia di armamenti che di metodi di lavorazione. Hephestus ci descrive l’incanto interiore in cui viene guidato durante la lavorazione del metallo: uno stato di concentrazione che lo porta al di fuori del tempo e dello spazio, in cui i colori e gli odori assunti del metallo durante la forgiatura sono le guide che gli permettono di valutare lo stato del lavoro…..una trasformazione della materia quasi alchemica. Un momento importate del percorso intrapreso da Hephestus è l’adesione all’Istituto Ars Dimicandi e l’avvicinamento al combattimento gladiatorio: obiettivo del gruppo non è solamente riproporre degli armamenti dei gladiatori – realizzati con i metodi dell’archeologia sperimentale – ma anche e soprattutto la riproduzione del “gesto atletico” del combattimento: i membri del gruppo sono atleti che tentano di ripercorrere i passi dei loro antichi predecessori. I gladiatori erano una casta guerriera elitaria – degli specialisti del combattimento - in cui forte era il legame di fratellanza ed il concetto Onore. Obiettivo del guerriero è plasmare il proprio essere perché raggiunga la forma finale, in un processo in cui la collaborazione con compagni che abbracciano le stesse scelte è fondamentale. La formazione del guerriero è paragonabile quindi alla forgiatura del metallo: in cui la forza della battitura e le diverse temperature portano il metallo grezzo e ricco di impurità alla forma finale, trasformandolo in arma. Questo è quanto ci spiega Hephestus… Il lavoro di Vincenzo è spesso contraddistinto dalla collaborazione con gruppi storici di diversa ispirazione che gli permettono di avvicinarsi ad ambiti di ricerca diversi: dalla cultura romana, alle tecniche di forgiatura celtiche fino alla ricerca sulle tecniche di fusione dell’Età del Bronzo. Cogliamo l’occasione di mettere in risalto una delle aspirazioni di Hephestus di andare oltre e di mantenere accesa la fiaccola, un po’ come consegnare il proprio essere e le proprie opere al giudizio della storia, a parer nostro questo obiettivo è stato ampiamente raggiunto.

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